Gli anni ottanta sono stati caratterizzati da un grande proliferare di riviste di ogni genere: dai fotoromanzi alle pubblicazioni scientifico/divulgative, ma in particolar modo quelle di tipo musicale riscontrarono un grandissimo successo.
Il motivo di questo exploit lo si comprende andando ad analizzare, anche solo superficialmente, la società di quegli anni di post boom economico. Era un’epoca in cui non esistevano tante emittenti televisive (c’erano solo due canali nazionali e iniziavano a trasmettere le prime Tv locali) e non esisteva Internet. In questo contesto i giovani acquistavano le riviste per essere informati sui nuovi fenomeni musicali nostrani e stranieri che ascoltavano alla radio, quelle che nascevano come i funghi nelle città e nelle cittadine, seguitissime dagli adolescenti dell’epoca.
Forse la rivista più conosciuta e diffusa in quegli anni è stata “Ciao 2001“, anche se molte altre erano in edicola e venivano normalmente acquistate dalle famiglie italiane, specie quelle che avevano figli adolescenti. Vi era una sorta di parcellizzazione di acquisto: il papà acquistava Panorama, la mamma Grand Hotel, la nonna Famiglia Cristiana e i ragazzi Ciao 2001.
Daniele Briganti, appassionato di musica, ha compiuto una interessante quanto capillare ricerca che ha pubblicato e che elenca le riviste musicali di quell’epoca. Se ti va dagli un’occhiata qui.
L’elenco completo ce lo fornisce Wikipedia che le elenca e le classifica.